Scuola di Maestri e maestria di Scolari – Appunti d’Arte per tappe

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Tra qualche giorno Firenze sarà anfitrione di un nuovo step di Rinascimento. Non si tratta di pittoresche sfilate in costume, accento di brio inatteso in giornate quasi qualunque: quando per via, con allegrezza di cuore e turisti, si sentono i rulli del Gonfalone (provar per credere). Bensì una nuova mostra sulla fiorita rinascenza, oramai manierata, dopo quella che ne disegnò la giovinezza in Marzo/Agosto 2013. Un’incognita: sarà soddisfacente come la prima? A volte si rischia. Ma il lettore non la scamperà, ne siamo certi. Ripercorriamo così le tappe de La Primavera del Rinascimento, esibizione sorella maggiore di colei che dall’otto Marzo 2014 (con auguri alle Signore e buona pace) andremo a riguardare.

Il genio rinascimentale quale sintesi di gotico e classicismo: questa l’alba intellettuale-artistica, che nel tempo porterà ai cortesi splendori italiani della Pace di Lodi e oltre. Il percorso delinea la maturazione della cultura dove l’Uomo è veramente il “fabbro” di se stesso; culto del gusto, del dettaglio, dei primi esperimenti prospettici. Elementi tutti gotici che culmineranno nelle nuove scienze del Bello. Benché fisicamente in fondo, l’incipit emblematico della mostra è la Presentazione di Gentile da Fabriano: un gotico internazionale che cala l’esilarante cimento delle linee di fuga in una raffinata cornice cittadina, che ben ricorda il Buongoverno di Lorenzetti. Da notare, nel contesto, il dettaglio prezioso: il copricapo di una distinta spettatrice, ancor oggi da far concorrenza al grido di Vogue.
Passando per la ricca scoperta o riscoperta di stucco e ceramiche, che fuor dal Medioevo germoglia sino ad arrivare quantomeno al Liberty, giungiamo al manifesto e forse più dichiarato utilizzo del patrimonio greco-romano; a tutto beneficio di quella sacralità squisitamente cristiana, da Platone a Seneca a più riprese ammiccata. Ecco allora come allo Spinario, guizzante giovanotto inquadrato in un momento piuttosto inglorioso della sua corsa, si riflette un Isacco brunelleschiano sul punto d’esser sostituito con un capro vicino. Notevole anche l’Isacco del Ghiberti, che a posteriori ricorda vagamente l’Ercole bronzeo dei Conservatori.

E sulla stessa scia: ecco putti tenerissimi, che prima giocavano con le oche capitoline, ora nel reliquiario della Sacra Cintola diventati genietti, saltare sulle note di un girotondo assai bambinesco.

Curiosa rappresentazione trinitaria sul dossale di Pagno di Lapo Portigiani: si direbbe invece un’urna dell’antichità su cui, in beffa di Ade, sia apposto un Sileno tricefalo.

Ma a proposito di stucchi e ceramiche: imperdibile Luca della Robbia, che con la Madonna genovese perfeziona la meravigliosa terracotta invetriata, marchio di fabbrica di tutta la famiglia.

E come la Madonna robbiana risalta in tutta la sua plasticità, così la Glykophilousa di Filippo Lippi, con la stessa dolcezza figurata in terracotta, sembra uscire dal suo contesto pittorico e muoversi nello spazio di un atrio Palatino. Si nota bene nel nostro percorso come sia cresciuto il Lippi: dalla Madonna Trivulzio del contatto con Masaccio e Donatello, alla stessa Madonna di Palazzo Medici-Riccardi, che forse anni dopo avrà fatto il suo gioco nella mitica ispirazione di Botticelli.

Sotto la benedizione di un imponente San Ludovico, e un attento San Matteo filosofo, cavalchiamo infine su due diverse ma indistinguibili generazioni di Protome; per addentrarci in altre dimensioni come in scatole cinesi, all’interno di un profumo antico, nei modelli lignei della cupola del Brunelleschi e di Palazzo Strozzi.

Quelli che l’han fatta franca alla prima, dunque, non hanno più scuse. Alla prossima puntata: con Rosso e Pontormo, 8 Marzo/20 Luglio 2014, Firenze Palazzo Strozzi.

Ferruccio A. Botto

 

Opere di riferimento

Gentile da Fabriano, Presentazione di Gesù al Tempio, 1423, Parigi Musée du Louvre.

Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del Buongoverno, 1338, Siena Palazzo Pubblico.

Arte romana, Pseudo-Seneca, I sec. a.C., Napoli Museo Archeologico Nazionale.

Filippo Brunelleschi, Il sacrificio di Isacco, 1401, Firenze Museo Nazionale del Bargello.

Lorenzo Ghiberti, Il sacrificio di Isacco, 1401, Firenze Museo Nazionale del Bargello.

.rte romana, Spinario, I sec. a.C., Modena Galleria Estense.

Arte romana, Ercole dei Conservatori, II sec. a.C., Roma Musei Capitolini.

Maso di Bartolomeo, Cassetta della Sacra Cintola, 1446-48, Prato Museo dell’Opera del Duomo.

Arte romana, Putto con l’oca, metà I sec. d.C., SCV Musei Vaticani.

Pagno di Lapo Portigiani e Michelozzo (?), dossale d’altare, 1449-52, Firenze Museo S. Bardini.

Luca della Robbia, Madonna genovese, 1445-50, Detroit Detroit Institute of Arts.

Filippo Lippi, Madonna Trivulzio, 1430-32, Milano Castello Sforzesco.

Filippo Lippi, Madonna col Bambino, 1460 c., Firenze Palazzo Medici-Riccardi.

Donatello, San Ludovico di Tolosa, 1422-25, Firenze Museo dell’Opera di Santa Croce.

Lorenzo Ghiberti, San Matteo, 1419-22, Firenze Chiesa di Orsammichele.

Donatello, Protome Carafa, 1455 c., Napoli Museo Archeologico Nazionale.

Filippo Brunelleschi, Modello ligneo della cupola del Duomo, 1420-40 c., Firenze Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

Giuliano da Sangallo o Benedetto da Maiano, Modello di Palazzo Strozzi, 1489, Firenze Museo Nazionale del Bargello.

Cataglogo on line

La Primavera del Rinascimento, 3 Marzo/18 Agosto 2013, Firenze Palazzo Strozzi.http://www.palazzostrozzi.org/allegati/primavera/Cartella-stampa-primavera-del-rinascimento.pdf

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