Il Fantasma dell’Atomica in Siria – Il Laboratorio dell’Orrore

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“Mi auguro che in Siria non sia necessario il nucleare”.

Queste le parole proferite da Vladimir Putin lo scorso 9 dicembre durante un’analisisui risultati dei raid russi su Raqqa ed altri obiettivi sensibili. Il Presidente russo, abbandonando la maschera del , ha così portato, nel contesto del conflitto siriano, un clima da piena guerra fredda, rievocando l’orrore della bomba atomica in un ambito internazionale già sufficientemente teso.

Ventilare una simile ipotesi, per quanto remota possa essere, restituisce nuova e pericolosa legittimità politica a simili strumenti di potere, riportando lo sviluppo tendenzialmente diplomatico e pacifico che i rapporti internazionali hanno avuto negli ultimi trent’anni, indietro ai giorni in cui era necessario minacciare di morte l’umanità per mantenere una fragile pace costruita sul terrore.

Certo, non possiamo accusare il protagonista della vicenda di aver tradito un ruolo che, agli occhi dei più vigili, non ha mai interpretato: quello dell’alleato nella lotta al terrorismo ed al fondamentalismo islamico; la Russia, , a parere di chi scrive, già dai suoi primi interventi, ha utilizzato il conflitto fra ribelli, ISIS e governo di al-Assad come banco di prova per una futura guerra; d’altronde, quale contesto migliore di un conflitto per sperimentare le nuove generazioni di missili a breve, media e lunga gittata che l’industria bellica ha prodotto negli ultimi anni?

Durante la medesima intervista, Putin ha confermato le voci riguardo un bombardamento su Raqqa avvenuto in novembre, effettuato non dai soliti Sukhoi-34 della flotta aerea russa, ma dal sottomarino stealth “Rostov-on-Don”, classe Varshavyanka, per mezzo di missili da crociera Kalibr 3M54, equipaggiabili, a detta del , sia “con testate convenzionali che con testate speciali, comprese quelle nucleari”.

Preme ricordare che le attuali bombe all’idrogeno non hanno limiti teorici di potenza; oggi non esiste più la possibilità di un “second strike”, ovvero la possibilità di rispondere ad un attacco nucleare, poiché una testata “strategica” è in grado di cancellare un intero continente.

Rimane da chiedersi quale valore possano avere la pace e la vita umana per quei protagonisti dello scenario internazionale che, approfittando delle numerose sofferenze causate da un conflitto, colgono l’occasione per sperimentare le più recenti mostruosità offerte dalla macchina della guerra.

Alla luce di simili paradossi, sembra improcrastinabile la necessità di un cambio di approccio alle controversie internazionali, poiché la guerra, da sempre il mezzo preferito nella ricerca di simili equilibri, rappresenta oggi una paradossale soluzione in grado di concretizzare l’eventualità dell’estinzione.

Angelo De Simone

Con amicizia letto da Arnaldo Mitola

Riderimenti

http://www.huffingtonpost.it/2015/12/09/russia-raqqa-isis-video_n_8756712.html

http://www.difesaonline.it/mondo-militare/russia-continua-il-riarmo-gioved%C3%AC-entrer%C3%A0-servizio-il-quarto-sottomarino-invisibile

http://www.treccani.it/enciclopedia/armi-nucleari-tipi-e-tecnologia_(Dizionario_di_Storia)/

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