E’ difficile ammetterlo, ma il dolore insegna. Il dolore è infatti un’esperienza di vita: tanto più è forte, tanto più sarà vivo il suo ricordo. Ricordo ed esperienza sono chiavi fondamentali della vita. Il futuro non ha senso senza il passato, ed il presente è la conseguenza di ciò che era e la premessa di ciò che sarà. Pertanto, è importante vivere il presente mantenendo sempre la memoria delle esperienze passate. Tanto più se dolorose. Tra i più profondi dolori che ho vissuto, sicuramente, c’è la morte di Giacomo Vidiri, uno dei miei più cari amici. Ricordo ancora quella strana mattina grigia. Ricordo di aver trattenuto le lacrime, per poi sciogliermi quando ho dovuto pronunciare ad alta voce le parole: “Giacomo è morto”. Momenti difficili. Momenti per me fondamentali, perché da lì ho trovato la forza di andare avanti, all’insegna del ricordo. Io oggi faccio parte dell’Associazione Giacomo Vidiri, e sono fiero di impegnarmi nel volontariato nel nome di Giacomo. La considerazione più bella non è solo che in questo modo Giacomo continua a vivere attraverso le azioni di tutti gli associati, ma anche che Giacomo per tutti noi rappresenta il motivo del nostro miglioramento come persone.
Queste sono le motivazioni per cui vorrei pubblicare l’intervista che ha come protagonista Matteo Vidiri, il Presidente dell’Associazione Giacomo Vidiri, nonché fratello maggiore di Giacomo.
Ciao Matteo, prima di entrare nel merito, mi descrivi a parole tue cosa è l’Associazione Giacomo Vidiri?
L’Associazione Giacomo Vidiri è un’organizzazione senza scopo di lucro (ONLUS), sorta a seguito di un evento negativo, cioè la morte di mio fratello, Giacomo Vidiri, a causa di un incidente stradale. Giacomo aveva 17 anni ed oggi l’Associazione porta orgogliosamente il suo nome. L’Associazione è nata soprattutto dalla volontà di alcuni ragazzi, in gran parte amici e conoscenti di Giacomo, che hanno deciso di mettersi in gioco e di costruire, sulla base di questa esperienza, un’organizzazione che avesse lo scopo di sensibilizzare le generazioni più giovani rispetto ai pericoli che possono incontrare nella loro crescita, in particolare nella prima fase dell’adolescenza, dai 14 ai 20 anni.
In una parola, definirei l’associazione come veicolo di responsabilità, o meglio di maturità, consapevolezza.
Da dove ti è venuta la spinta definitiva a creare l’Associazione?
Questa idea è venuta alla mia famiglia subito dopo la morte di Giacomo. Può sembrare strano, ma già dopo una settimana dall’evento anche io avevo pensato alla possibilità di dar vita ad un qualcosa di paragonabile all’attuale Associazione, soprattutto quando mi incontravo con gli amici miei e di mio fratello. La spinta decisiva ci è venuta anche grazie all’aiuto di Suor Paola, una suora cui la mia famiglia è molto affezionata, e della sua associazione, la Sospe: la vicinanza di Suor Paola è stata di grande aiuto per noi, anche grazie alla sua esperienza nell’ambito del volontariato.
Quali sono le attività tipiche dell’Associazione Giacomo Vidiri? Qual è quella cui sei particolarmente legato?
Noi cerchiamo di sensibilizzare i ragazzi rispetto ai pericoli generazionali in tutte le maniere possibili, ed ecco perché organizziamo attività di diverso tipo, sempre con lo scopo però di creare uno spirito di aggregazione. A questo proposito è molto importante la nostra sede, che costituisce un vero e proprio luogo di ritrovo per chiunque lo desideri. In particolare, la nostra sede operativa si trova a Via del Parco Mellini 65 a Roma, nel bellissimo scenario dello Zodiaco. Tra le nostre attività rientrano anzitutto i concerti. Voglio sottolineare che la musica è un tema molto importante per l’Associazione, soprattutto perché mio fratello suonava la batteria, che infatti è presente anche nel nostro simbolo. Inoltre, nella nostra sede abbiamo allestito una sala-prove, aperta a chiunque dietro semplice richiesta, con diversi strumenti musicali. Organizziamo anche giornate sportive, di pallavolo e calcio, in cui cerchiamo di trasmettere il nostro messaggio attraverso il valore dello sport. Inoltre, ogni due-tre mesi organizziamo riunioni tematiche presso la nostra sede per parlare di temi di attualità, come ad esempio l’importanza dell’informazione oppure sull’utilità dei vaccini. Abbiamo anche invitato ospiti importanti, come il giornalista del Corriere della Sera Francesco Verderami ed il Professor Tommasangelo Petitti del Campus Bio-Medico di Roma. Tra le attività più significative rientra sicuramente il “Taxi-AGV”: in occasione della festa d’istituto del Liceo Farnesina, i nostri volontari hanno messo a disposizione le loro macchine per dare passaggi gratuiti a tutti gli studenti che avessero bevuto, evitando in questo modo di lasciarli prendere la macchina per tornare a casa. Ancora, organizziamo presentazioni nelle scuole, per promuovere l’Associazione e per rendere i ragazzi consapevoli degli effetti negativi che alcol e droga producono sul loro corpo. Un’altra attività è stata l’organizzazione di una raccolta di vestiti che poi abbiamo portato ad uno degli stabilimenti di Roma della Croce Rossa; abbiamo anche preparato dei kit di igiene personale, destinati agli ospiti dei centri della Croce Rossa.
Da quanto tempo è nata l’Associazione? Quanto sei soddisfatto dei risulti finora raggiunti?
L’Associazione Giacomo Vidiri è nata ufficialmente l’11 Settembre 2013, quindi ad oggi sono più di due anni. Io sono molto soddisfatto di quanto sia stato realizzato dall’Associazione. Ed in particolare rivolgo un ringraziamento a tutti i ragazzi che fanno parte dell’Associazione, perché senza di loro mancherebbe completamente la linfa vitale e l’Associazione non potrebbe esistere. La cosa che più mi rende orgoglioso è vedere come in questi due anni i ragazzi che fanno parte dell’Associazione siano profondamente cambiati. All’inizio molti si sono iscritti soprattutto per mantenere una sorta di legame con Giacomo. Oggi io vedo in loro un vivo e serio interesse all’Associazione in quanto tale, come opportunità di fare del bene verso il prossimo, sempre chiaramente nel nome di Giacomo. A conferma di ciò, oggi all’Associazione si sono avvicinati anche ragazzi che non conoscevano mio fratello, spinti dalla voglia di mettersi in gioco a favore degli altri.
Quali pensi che siano, se esistono, possibili margini di miglioramento?
Io direi che è sempre possibile fare di più. Noi che siamo ragazzi siamo per nostra attitudine portati ad avere nuove idee e a pensare a cose creative. Naturalmente, come Presidente dell’Associazione, io sono contento quando le proposte non vengono solo da me, ma sono anzi il frutto di uno spirito generale di condivisione e partecipazione.
Per concludere, un tuo personale invito a chi non conosce l’Associazione.
Il mio invito è rivolto a chiunque senta di voler contribuire in modo positivo, mettendo a disposizione il proprio tempo libero, per la creazione di un qualcosa di importante e per la realizzazione di una missione particolarmente difficile. D’altra parte, io credo che sia il desiderio di tutti evitare la mattina di leggere il giornale ed apprendere della notizia della morte di un giovane per incidente stradale causato dall’alcol. L’invito è rivolto anche a chi voglia semplicemente condividere le proprie esperienze con chi ancora non le ha vissute, per renderlo consapevole dei possibili rischi, sempre però in un clima di condivisione e di divertimento.
Giuseppe Chiaula
Con amicizia letto da Arnaldo Mitola
Riferimenti
– https://www.facebook.com/associazionegiacomovidiri/?fref=ts (pagina Facebook ufficiale)
– http://www.associazionegiacomovidiri.it/joomla/ (sito Internet)