Quattro giorni tra Urbino e San Marino – Consigli per una piccola gita (parte I)

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Giorno I e II: da Gradara a Urbino

Con le giornate più lunghe, la temperatura più mite e i prati più verdi, cresce anche la voglia di uscire di casa, magari per una gita fuori porta, per distrarsi da un inverno faticoso e dalle incombenze quotidiane. E’ un piccolo viaggio di qualche giorno che io ho fatto in coppia, ma che nulla vieta di compiere da soli o con amici o parenti. Solo una raccomandazione: non pianificate troppo. La zona che ho visitato, a cavallo tra Emilia Romagna, Marche e San Marino, è così ricca di paesaggi meravigliosi e castelli, borghi medievali e trattorie squisite che non serve altro se non una buona cartina e una certa dose di prontezza e apertura mentale: se vedete un’indicazione per una fortezza malatestiana o per una basilica del VII secolo, seguitela, mettete una freccia e svoltate, perché nel peggiore dei casi troverete un ammasso di graziose casine in pietra, appollaiate su una cima, e una bella vista su quelle dolci, umane colline, in un profondo e rilassante silenzio.

La prima tappa è Gradara, famosa per essere la sede del castello di Paolo e Francesca, narrati da Dante nel V Canto (Inferno) della Commedia. Costruito nel 1150 dalla famiglia dei Gridolfo, fu possedimento malatestiano fino al 1450, quando passò in mano agli Sforza e, infine, nel 1513, ai Della Rovere. Nel 1631 la Rocca e tutto il ducato di Pesaro e Urbino passarono sotto il controllo dello stato pontificio: gli anni della decadenza si susseguirono fino al terremoto del 1916. Per fortuna, l’intervento dell’ingegnere Zanvettori nel 1920 ha salvato il palazzo, grazie ad un eccellente restauro.

Ho accennato alla celeberrima storia di Paolo e Francesca: nel 1275, il Mastin Vecchio, signore di Romagna, strinse alleanza con Guido Minore da Polenta, che governava Ravenna, attraverso il matrimonio dei rispettivi figli Francesca da Polenta e Giovanni Malatesta, detto “lo sciancato” o Gianciotto. Come Francesca tradì il marito con il fratello di lui, Paolo “il Bello”, e vennero per questo uccisi è una storia più che conosciuta. “Amor ch’a nullo amato amar perdona…” recita Dante e, chi più chi meno, abbiamo tutti sospirato o inclinato la testa o alzato gli occhi leggendo tali parole. Di conseguenza, è naturale che Gradara debba la propria fama ai suoi sfortunati amanti, ma, se visitiamo gli interni del palazzo, sarebbe ingiusto dimenticare l’importanza dell’intervento degli Sforza, che hanno dato al castello un aspetto del tutto rinascimentale: l’imponente scala, il loggiato, la Pala di Andrea Della Robbia e le sale affrescate, tra cui il camerino di Lucrezia Borgia, vissuta qui con Giovanni Sforza.

Gradara è una città piccola e deliziosa e dai camminamenti lungo le mura è possibile ammirare il panorama delle colline verdeggianti che si susseguono fino al mare.

Inerpicandosi con l’auto lungo le strade che serpeggiano tra i campi, ci si accorge immediatamente di quanto questa regione pulluli di borghi e castelli. Per ragioni di tempo, bisogna fare delle scelte ed io posso solo consigliare ciò che ho visto: Montegridolfo (con un castello del XIII secolo, costruito dai Gridolfo e poi possedimento malatestiano), Mondaino, Saludecio, nominato per la prima volta già nel 1144. Sono tre piccoli paesi, di cui Mondaino è il maggiore, con una gradevole piazza del Municipio: quando si parla della sua storia viene subito alla mente il Medioevo, per la forte rocca e le mura castellane, ma le sue origini risalgono ad un tempo molto anteriore e intrecciano mito e leggenda. Ci è giunta testimonianza di un tempio pagano e la figura di Diana ritorna spesso nelle vicende storiche di Mondaino e nella sua stessa etimologia, che nasce dal daino, animale sacro alla dea. Se, poi, siete abbastanza fortunati da trovare la giusta indicazione, è grazioso vedere la chiesetta di Sant’Apollinare, tra i luoghi di culto pià antichi del riminese e risalente al VII-VIII sec.; completamente immersa nel verde e nel silenzio, è ora addossata ad un piccolo bed and breakfast, il cui proprietario ha le chiavi della chiesa ed è assolutamente disponibile a mostrarne l’interno.

Il mio suggerimento è di dedicare ad Urbino una giornata: è una città piccola ma che offre davvero molto da visitare e l’atmosfera tranquilla e serena che vi si respira non merita di essere tradita da un turismo affannato e distratto. Le origini sono incerte, ma era sicuramente un municipio romano nel III secolo. La sua fortuna comincerà secoli più tardi e sarà legata alla famiglia dei Montefeltro: Antonio da Montefeltro, proveniente dalla Germania, ghibellino, prese la città nel 1155, ma le lotte tra le due fazioni, guelfa e ghibellina, continuarono fino al 1355, quando il cardinale spagnolo Albornoz mise pace tra di esse. E’ importante ricordare che Dante nomina Guido da Montefeltro nel XXVII Canto dell’Inferno, collocandolo tra i consiglieri fraudolenti. L’acme fu raggiunto dalla città sotto Federico il Grande, nel XV secolo, alla cui corte operarono grandi artisti come Paolo Uccello e Piero della Francesca. Urbino passò poi agli Sforza e ai Della Rovere, per il quali lavorarono Raffaello, Tiziano, Piero della Francesca, Tasso, Bembo.

Consiglio di passeggiare liberamente per Urbino, senza preoccuparsi di stabilire un itinerario fisso, dal momento che è così piccola da non creare alcuna ansia. Potete passare per la casa di Raffaello e la chiesa di San Francesco, fermarvi a godere dello splendido panorama della città dalla Fortezza di Albornoz e poi scendere nell’ex ghetto ebraico. Senza alcun dubbio, meritano di essere visitati due oratori vicini: quello di San Giuseppe e quello di San Giovanni, in cui sono ammirabili degli affreschi del primo Quattrocento dai colori straordinari (I grandi affreschi di Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche), un esempio notevole del “gotico internazionale”. Di particolare impatto emotivo è la Crocifissione, che occupa l’intera parete dietro l’altare. Per quanto riguarda l’oratorio di San Giuseppe è davvero suggestivo il Presepe, gruppo scultoreo in gesso con figure a dimensione naturale, realizzato alla metà del ‘500 da Federico Brandani; l’ambiente, angusto e ricoperto di stucco, ricrea la grotta della natività.

E’ doveroso parlare della piazza principale, con il palazzo ducale e la Basilica Cattedrale del XV secolo, con la sua meravigliosa, candida facciata. Il museo del palazzo è immenso, distribuito su vari livelli, dai sotterranei alla galleria del secondo piano, e il numero delle opere è davvero notevole. Per citare solo le più importanti, ricordo La Muta di Raffaello (1507), di recente restauro, che risente dell’influenza di Leonardo e, nella sua straordinaria compostezza, ha, a mio parere, un’eccezionale forza espressiva, la Madonna di Senigallia (1474) e la Flagellazione di Cristo (1455-60) di Piero della Francesca, la Città ideale (1480-90), oltre allo splendido studiolo del duca Federico, con le pareti in legno intarsiato, e il famoso ritratto dello stesso ad opera Pedro Berruguete. E’ inutile dire l’esaltazione e la felicità nel vedere opere così a lungo studiate o nominate o fissate nella memoria da libri di testo e immagini pubblicitarie (non è mai la stessa cosa poterle osservare dal vivo). Vorrei nominare anche un altro artista, credo meno conosciuto: Federico Barocci, pittore del XVI secolo, esponente del Manierismo e precursore del Barocco. Citerò solo un’opera, forse la mia preferita: L’Immacolata Concezione; a mio parere, le sue figure hanno una dolcezza e una malinconia straodinaria, sono belle e piene, perfette e struggenti.

Se vi rimane qualche minuto di tempo, potete anche visitare il minuscolo centro di Fermignano, di origine romana, città natale di Bramante, dove si trova l’alta torre medievale delle Milizie e il bellissimo ponte a tre arcate che attraversa una suggestiva cascata.

Per quanto riguarda il cibo: provate, ovviamente, i prodotti tipici della zona. Cresce sfogliate, crescioni o cassoni e piadine sono ottimi ed economici, semplici e davvero consigliati.

Federica Avagnano

Con amicizia letto da Arnaldo Mitola,
con cui ho condiviso questo viaggio.

Bibliografia

Guida turistica: Castello e storia di Gradara, MARCHI&MARCHI, San Giovanni in Marignano (RN)

Guida turistica: Urbino. Città d’arte, Edizioni L’Alfiere, Urbino

Per maggiori informazioni, ecco i siti ufficiali dei comuni dei luoghi nominati:
www.gradara.org
www.montegridolfo.com
www.mondaino.com
www.comunesaludecio.it
http://www.santapollinare.net/Ilcasale
www.comune.urbino.ps.it

www.comune.fermignano.pu.it

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